Danireef ha scritto: ↑27/07/2023, 19:50
Il problema grosso oggi, è capire chi abbia ragione, perché si da voce a tutti, anche a quelli che non sanno un cazzo. In acquariofilia ad esempio è molto simile...
bisogna fare fact checking, ma è durissima... non si riesce mai a capire dove stia la verità, nessuno mette più un riferimento che sia uno...
La questione diventa complessa anche con i riferimenti.
Mi spiego meglio con un esempio molto semplice.
Oggi la quasi totalità della ricerca è finanziata da fondazioni private, multinazionali, società controllate da multinazionali (le cosiddette scatole cinesi).
Ora se, per esempio, la Monsanto sovvenziona, presso una nota e stimata università, una ricerca per dimostrare che il latte vaccino fa male, posso ragionevolmente pensare che la Monsanto, essendo tra le multinazionali più famose al mondo per la produzione di sementi (biotecnologie agrarie), sia interessata a far vendere maggiormente il latte di soia?
Analogamente se la Lactalis, multinazionale francese che opera nel settore dell'industria lattiero-casearia, sovvenziona, presso una nota e stimata università, una ricerca per dimostrare che il latte di soia fa male, posso ragionevolmente pensare che la Lactalis sia interessata a far vendere maggiormente il latte vaccino?
Quindi, ben vengano i riferimenti a quello studio piuttosto che un altro, ma rimane sempre difficile dimostrare l'imparzialità di una data ricerca.
Danireef ha scritto: ↑27/07/2023, 19:50
Detto questo, credo che dobbiamo tutti fare del nostro meglio per lasciare il mondo migliore di come lo abbiamo trovato. E sono in pochi a farlo...
Anche qui il discorso si fa molto più complesso, perché i comportamenti virtuosi sono spesso effimeri e di facciata e dipende anche dal numero di individui che li mettono in pratica.
Mi spiego meglio.
A settembre saranno nove anni che sono vegetariano. Per alcune mie scelte rasento il veganesimo visto che non assumo direttamente ne latte ne uova.
Oggi si fa un gran parlare contro gli allevamenti intensivi, che deturpano il pianeta (mantenimento e scorie), e trattano in modo non eticamente accettabile gli animali.
Ma se, per assurdo, tutti quanti noi diventassimo vegetariani o vegani, quanta biodiversità dovremmo distruggere per coltivare i soli alimenti vegetali utili alla nostra sussistenza?
Io, chiaramente, non ho risposte.
Parto dall'assunto che a domande complesse non esistono risposte semplici.
Quello che sempre più spesso mi fa paura non è tanto il merito delle questioni, ma il metodo che si utilizza per affrontarle.
Silenziare chi nutre dei dubbi, mettere a tacere chi non abbraccia fedelmente l'intera visione della situazione e dei rimedi, poco centra con la democrazia e con l'idea stessa di Scienza.