Acquacultura in Italia si può?
Re: Acquacultura in Italia si può?
Soprattutto alcuni pesci non sono semplici, a differenza di pagliacci, centropyge, calloplesiops, fridmani che si allevano piuttosto facilmente, avendo tempo e mezzi.
Re: Acquacultura in Italia si può?
fra l'altro chissà quanto ci vuole dalla cucciolata alla vendita.. ricordo i ciclidi del malawi li vendevo dopo 6-8 mesi da 3 cm e me li compravano i negozi.. ma per un marino..
ma mi avete fatto venir voglia di riprendere i Wurdemanni e farli riprodurre di nuovo..
ma mi avete fatto venir voglia di riprendere i Wurdemanni e farli riprodurre di nuovo..
Re: Acquacultura in Italia si può?
un pagliaccio è vendibile a 3-4 cm (qualcuno a 2-3 li propone) direi tra 4-5 mesi se alimentati costantemente e consapevolmente, wurdemanni sei a 45-60 gg per avere una forma adatta...
Per gli altri non ho mai considerato i tempi di accrescimento, soprattutto per le cernie...
Per i coralli SPS vengono attualmente ricercati frag piccoli da 6-8-12 cm, partendo da punte da 3 cm direi non meno di 6-8 mesi, ma gli imprevisti e le colorazioni, nonché le "mode" fanno facilmente spostare la possibilità di coprire la domanda.
Per gli altri non ho mai considerato i tempi di accrescimento, soprattutto per le cernie...
Per i coralli SPS vengono attualmente ricercati frag piccoli da 6-8-12 cm, partendo da punte da 3 cm direi non meno di 6-8 mesi, ma gli imprevisti e le colorazioni, nonché le "mode" fanno facilmente spostare la possibilità di coprire la domanda.
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- Chrysiptera
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Re: Acquacultura in Italia si può?
Sui pesci marini non ho nessun elemento per esprimermi, ma per i coralli una strada forse percorribile c’è già, ma andrebbe perfezionata.
La definirei “acquacoltura diffusa”, ed alla base non e’ nient’altro che lo scambio/vendita di talee di coralli allevati in vasche di privati, ma con una evoluzione fondamentale.
Io personalmente ho acquistato pochissimi coralli in negozio, tranne i primissimi tempi. Dopo mi sono sempre rivolto a privati, prima col passaparola, poi coi mercatini sui vari portali, poi con subito.it ecc., sempre con un notevole...sbattimento.
Ed e qui che la cosa andrebbe perfezionata: mancano dei collettori, cioè mancano dei soggetti che acquistino talee provenienti da vasche private, e che le mettano a disposizione, logicamente con un ricarico che copra i loro costi e generi un equo profitto.
Sarebbe bello se almeno nei centri cittadini più importanti, esistessero dei ...negozi, ove poter acquistare le talee (ovviamente anche on line) coltivate da privati, senza dover girare tutta la regione,andare casa per casa, o farsele spedire con tutti i rischi di spedizione “artigianale” annessi (leggi fregature...).
Ed Immaginate se tutti coloro che hanno in casa un acquario di livello, avessero il loro taleario e sapessero già dove “smerciare” il frutto della loro bravura, anche qui senza rischi, reclami ecc. da parte di chi compra.
Non so se nel nostro “settore” esistono già esempi del sistema che ho descritto; dalle mie parti no, c’è più una guerra tra venditori privati e i pochi negozi rimasti ( e comprendo bene le ragioni di questi ultimi...).
In altri settori (es. la produzione di verdura / frutta biologica, in orti casalinghi) e’ una strada che si sta sviluppando.
La definirei “acquacoltura diffusa”, ed alla base non e’ nient’altro che lo scambio/vendita di talee di coralli allevati in vasche di privati, ma con una evoluzione fondamentale.
Io personalmente ho acquistato pochissimi coralli in negozio, tranne i primissimi tempi. Dopo mi sono sempre rivolto a privati, prima col passaparola, poi coi mercatini sui vari portali, poi con subito.it ecc., sempre con un notevole...sbattimento.
Ed e qui che la cosa andrebbe perfezionata: mancano dei collettori, cioè mancano dei soggetti che acquistino talee provenienti da vasche private, e che le mettano a disposizione, logicamente con un ricarico che copra i loro costi e generi un equo profitto.
Sarebbe bello se almeno nei centri cittadini più importanti, esistessero dei ...negozi, ove poter acquistare le talee (ovviamente anche on line) coltivate da privati, senza dover girare tutta la regione,andare casa per casa, o farsele spedire con tutti i rischi di spedizione “artigianale” annessi (leggi fregature...).
Ed Immaginate se tutti coloro che hanno in casa un acquario di livello, avessero il loro taleario e sapessero già dove “smerciare” il frutto della loro bravura, anche qui senza rischi, reclami ecc. da parte di chi compra.
Non so se nel nostro “settore” esistono già esempi del sistema che ho descritto; dalle mie parti no, c’è più una guerra tra venditori privati e i pochi negozi rimasti ( e comprendo bene le ragioni di questi ultimi...).
In altri settori (es. la produzione di verdura / frutta biologica, in orti casalinghi) e’ una strada che si sta sviluppando.
- Jonathan Betti
- Acanthurus
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Re: Acquacultura in Italia si può?
Così su due piedi sembra troppo bello per essere vero... E di fatto, penso che per rimanere conveniente per tutti, ci debba rimettere lo stato... Quindi deduco che alla fine dei conti, anche qui il gioco nn vale la candela. Ma se mi sbaglio sarei il primo ad approfittarne iato che ho un piccolo taleario sps in attivo
Re: Acquacultura in Italia si può?
guarda io sono anni che devo sistemare alcune cose nell'acquario ma se quest'anno dovessi spostare il filtro ad alghe dove dico io mi resta lo spazio per il taleario da 200 litri che ho sempre pensato di fare .. ci aggiungo due barre a led.. non so se bastano le deep blu.. ne ho 4 in disuso.. e lo uso per nursery e taleario della vasca principale.. lo collego alla vasca principale e cedo che succede..
Re: Acquacultura in Italia si può?
La acquacoltura diffusa.. mi piace molto il nome.. si scontra con le norme cites per cui anche volendo nessun negoziante può fare business con le produzioni private se i privati non tengono un regolare registro
Sono partito anche io da li
Ho anche cercato di capire il tema “rescue” cioè come sono le procedure cites per recuperare animali “illegali” ma non prevede un caso di recupero senza un illecito tipo contrabbando
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- Chrysiptera
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Re: Acquacultura in Italia si può?
Questa cosa mi e’ strana...Ftarr ha scritto: ↑14/03/2021, 9:39La acquacoltura diffusa.. mi piace molto il nome.. si scontra con le norme cites per cui anche volendo nessun negoziante può fare business con le produzioni private se i privati non tengono un regolare registro
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Ho anche cercato di capire il tema “rescue” cioè come sono le procedure cites per recuperare animali “illegali” ma non prevede un caso di recupero senza un illecito tipo contrabbando
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Ho sempre creduto che il cites fosse relativo all’importazione di un animale a rischio estinzione dai paesi di origine al nostro, ma una volta regolarmente importato
non ci siano ulteriori obblighi da assolvere. Quindi il permesso/certificato resta in mano all’ importatore (grossista o negoziante che sia), e da quel momento lo stesso animale può “circolare” liberamente all’interno del paese importatore.
In questo momento, mancando un soggetto che faccia da punto di incontro tra domanda e offerta, ci perdono tutti.
Ci perdono gli ecosistemi che continuano ad essere sfruttati.
Ci perdono i potenziali acquirenti che, specialmente quando abitano in provincia, devono sbattersi e finiscono per spendere ancora di più tra spese di viaggio/spedizione, ed avere meno scelta.
Ci perdono gli appassionati, che non trovano un canale sicuro e comodo dove conferire il frutto del loro impegno.
Ci perdono i negozianti, tradizionali o onLine, che si trovano in concorrenza con gli allevatori “casalinghi”, che le tasse non le pagano, e quindi ci perde pure lo stato, che non incassa nulla da questo commercio sotterraneo.
Mi piacerebbe che intervenisse qualche commerciante e mi spiegasse perché “ non si può fare” dal punto di vista legale/fiscale.
- capitano_85
- Calloplesiops
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Re: Acquacultura in Italia si può?
@Base aliena
Questa mi pare una buona idea sarebbe bello riuscire a creare una rete di vendita come hai detto,pensandoci bene una cosa simile esiste già in altri ambiti eBay adesso da la possibilità di acquistare e andare a prendere il proprio pacco in negozio che funge da punto di ritiro.
Basterebbe fare semplici regole esempio coralli lo vendo a 20+4€ commissioni 2€ per chi vende e 2€per il negozio che offre il servizio di ritiro e in più vai in negozio a ritirare il corallo credo che vada anche a vantaggio del negozio perché entrando puoi acquistare altro mangime pesce ecc
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Questa mi pare una buona idea sarebbe bello riuscire a creare una rete di vendita come hai detto,pensandoci bene una cosa simile esiste già in altri ambiti eBay adesso da la possibilità di acquistare e andare a prendere il proprio pacco in negozio che funge da punto di ritiro.
Basterebbe fare semplici regole esempio coralli lo vendo a 20+4€ commissioni 2€ per chi vende e 2€per il negozio che offre il servizio di ritiro e in più vai in negozio a ritirare il corallo credo che vada anche a vantaggio del negozio perché entrando puoi acquistare altro mangime pesce ecc
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Re: Acquacultura in Italia si può?
é stato fatto in passato, c'era anche un portale che metteva in comunicazione chi vendeva talee... è fallito in poco tempo.Base aliena ha scritto: ↑14/03/2021, 0:36Sui pesci marini non ho nessun elemento per esprimermi, ma per i coralli una strada forse percorribile c’è già, ma andrebbe perfezionata.
La definirei “acquacoltura diffusa”, ed alla base non e’ nient’altro che lo scambio/vendita di talee di coralli allevati in vasche di privati, ma con una evoluzione fondamentale.
Io personalmente ho acquistato pochissimi coralli in negozio, tranne i primissimi tempi. Dopo mi sono sempre rivolto a privati, prima col passaparola, poi coi mercatini sui vari portali, poi con subito.it ecc., sempre con un notevole...sbattimento.
Ed e qui che la cosa andrebbe perfezionata: mancano dei collettori, cioè mancano dei soggetti che acquistino talee provenienti da vasche private, e che le mettano a disposizione, logicamente con un ricarico che copra i loro costi e generi un equo profitto.
Il portale era gratuito e non ha funzionato...
https://www.danireef.com/2012/06/30/apr ... uitamente/
Ed i negozi quanto dovrebbero ricaricarci sopra? Il 100% è il minimo eh?Sarebbe bello se almeno nei centri cittadini più importanti, esistessero dei ...negozi, ove poter acquistare le talee (ovviamente anche on line) coltivate da privati, senza dover girare tutta la regione,andare casa per casa, o farsele spedire con tutti i rischi di spedizione “artigianale” annessi (leggi fregature...).
Si può già fare, ti metti d'accordo con il tuo negozio di fiducia e glieli porti, noi facciamo cosìEd Immaginate se tutti coloro che hanno in casa un acquario di livello, avessero il loro taleario e sapessero già dove “smerciare” il frutto della loro bravura, anche qui senza rischi, reclami ecc. da parte di chi compra.
Il problema sono i costi. Se il provato può vendere una talea a 10 euro al negozio, quest'ultimo deve venderlo a 30 solo per rientrare dei costi.Non so se nel nostro “settore” esistono già esempi del sistema che ho descritto; dalle mie parti no, c’è più una guerra tra venditori privati e i pochi negozi rimasti ( e comprendo bene le ragioni di questi ultimi...).
In altri settori (es. la produzione di verdura / frutta biologica, in orti casalinghi) e’ una strada che si sta sviluppando.
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