Acquacultura in Italia si può?

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Danireef
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Re: Acquacultura in Italia si può?

Messaggio da Danireef » 22/02/2021, 16:37

Ftarr ha scritto:
21/02/2021, 20:20
Danireef ha scritto:Il fatto è che le marginalità sono molto molto basse... anche perché in giro che faccia taleazione a scopo rivendita, ovvero facendo solo quello, sono molto pochi... però senza dubbio interessante
Le marginalità erano basse.. i prezzi sono in continua salita
Bisognerebbe capire cosa serve per iniziare

Quale è la burocrazia? Anche quella ha un costo


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Anche aumentando del 400% i prezzi al pubblico... si rimarrebbe bassi...

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Re: Acquacultura in Italia si può?

Messaggio da Giglio » 22/02/2021, 16:38

Ftarr ha scritto:
Danireef ha scritto:Il fatto è che le marginalità sono molto molto basse... anche perché in giro che faccia taleazione a scopo rivendita, ovvero facendo solo quello, sono molto pochi... però senza dubbio interessante
Le marginalità erano basse.. i prezzi sono in continua salita
Bisognerebbe capire cosa serve per iniziare

Quale è la burocrazia? Anche quella ha un costo


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Ftarr i prezzi in continua salita non necessariamente significano marginalità più alte. Potrebbero riflettere costi più alti. Dico potrebbero perché non è detto sia così. Ci possono essere altri elementi che contribuiscono, anche più “positivi”.


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Re: Acquacultura in Italia si può?

Messaggio da Danireef » 22/02/2021, 16:39

Ftarr ha scritto:
22/02/2021, 0:33
capitano_85 ha scritto:Ora nello specifico non saprei però apri partita iva iniziano le tasse poi tassa sul capannone,penso controlli e certificazioni che non sono animali in via d'estinzione o pericolosi poi tasse sul discorso energia si parlava di impianti green ma incentivi sono solo hai privati credo sulle aziende non credo ci siano io ho la fortuna di avere un impianto fotovoltaico e la corrente che produco in più la butto in rete e me la pagano molto meno di quella che uso la sera o chiunque di noi preleva dalla rete naturalmente escluso tasse

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Io dicevo oltre ai soliti oneri di una società
C’è il protocollo cites e poi ?


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Per me parti dal punto di vista sbagliato... quanto ci metti a fare le talee? Quale rateo di morte accetti? A quanto le devi vendere...? E' quello che fa paura.

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Re: Acquacultura in Italia si può?

Messaggio da Ftarr » 22/02/2021, 19:55

Danireef ha scritto:
Ftarr ha scritto:
22/02/2021, 0:33
capitano_85 ha scritto:Ora nello specifico non saprei però apri partita iva iniziano le tasse poi tassa sul capannone,penso controlli e certificazioni che non sono animali in via d'estinzione o pericolosi poi tasse sul discorso energia si parlava di impianti green ma incentivi sono solo hai privati credo sulle aziende non credo ci siano io ho la fortuna di avere un impianto fotovoltaico e la corrente che produco in più la butto in rete e me la pagano molto meno di quella che uso la sera o chiunque di noi preleva dalla rete naturalmente escluso tasse

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Io dicevo oltre ai soliti oneri di una società
C’è il protocollo cites e poi ?


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Per me parti dal punto di vista sbagliato... quanto ci metti a fare le talee? Quale rateo di morte accetti? A quanto le devi vendere...? E' quello che fa paura.
I business case sono il mio mestiere ;) in altro ambito ma li mastico

Ci sono i costi fissi, gli oneri ed i variabili

Questo business se ipotizza zero importazioni ma solo cultura ha praticamente solo costi fissi in funzione della quantità di acqua e luce

Gli oneri mi sono ignoti oltre alla gestione corrente di una piccola azienda

Sul tempo di avviamento sono consapevole si parla di 5-6 mesi per una talea di 3cm...

Ma sto ragionando al contrario... quanto costa una acquacoltura per esempio con 10.000 litri di vasche? Da 50.000 litri ?

Quante talee al mese devo vendere per andare a pari dei costi fissi?

Se questo numero ha un senso poi si pensa alle variabili dinamiche altrimenti è storto il ragionamento :)


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Re: Acquacultura in Italia si può?

Messaggio da Ftarr » 22/02/2021, 19:56

Giglio ha scritto:
Ftarr ha scritto:
Danireef ha scritto:Il fatto è che le marginalità sono molto molto basse... anche perché in giro che faccia taleazione a scopo rivendita, ovvero facendo solo quello, sono molto pochi... però senza dubbio interessante
Le marginalità erano basse.. i prezzi sono in continua salita
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Ftarr i prezzi in continua salita non necessariamente significano marginalità più alte. Potrebbero riflettere costi più alti. Dico potrebbero perché non è detto sia così. Ci possono essere altri elementi che contribuiscono, anche più “positivi”.


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Qui i costi variabili sono solo le colonie madre che però seguono un altro discorso


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Re: Acquacultura in Italia si può?

Messaggio da Giglio » 22/02/2021, 21:01

Ftarr ha scritto:
Giglio ha scritto:
Ftarr ha scritto: Le marginalità erano basse.. i prezzi sono in continua salita
Bisognerebbe capire cosa serve per iniziare

Quale è la burocrazia? Anche quella ha un costo


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Ftarr i prezzi in continua salita non necessariamente significano marginalità più alte. Potrebbero riflettere costi più alti. Dico potrebbero perché non è detto sia così. Ci possono essere altri elementi che contribuiscono, anche più “positivi”.


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Qui i costi variabili sono solo le colonie madre che però seguono un altro discorso


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Si ma qui i soli costi fissi sono un’approssimazione del modello, credo comunque anche io contribuiscano abbondantemente.

I fissi “tipici” variano comunque sensibilmente nel tempo, quindi possono influenzare anche se non in modo significativo il margine salvo adattamenti del prezzo per compensarlo, ma va considerata poi la competizione: perché un negozio dovrebbe comprare dal nuovo anziché dal precedente affidabile e conosciuto?

Sui variabili non so cosa vuole dire allevare coralli, quindi non saprei dire, ma immagino comunque servano prodotti, test, cibo.
Il personale data una certa dimensione del plant lo assimileresti a un fisso?

Comunque sta diventando più una discussione economica che di allevamento :)


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Re: Acquacultura in Italia si può?

Messaggio da Ftarr » 22/02/2021, 21:46

Giglio ha scritto:
Ftarr ha scritto:
Giglio ha scritto: Ftarr i prezzi in continua salita non necessariamente significano marginalità più alte. Potrebbero riflettere costi più alti. Dico potrebbero perché non è detto sia così. Ci possono essere altri elementi che contribuiscono, anche più “positivi”.


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Qui i costi variabili sono solo le colonie madre che però seguono un altro discorso


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Si ma qui i soli costi fissi sono un’approssimazione del modello, credo comunque anche io contribuiscano abbondantemente.

I fissi “tipici” variano comunque sensibilmente nel tempo, quindi possono influenzare anche se non in modo significativo il margine salvo adattamenti del prezzo per compensarlo, ma va considerata poi la competizione: perché un negozio dovrebbe comprare dal nuovo anziché dal precedente affidabile e conosciuto?

Sui variabili non so cosa vuole dire allevare coralli, quindi non saprei dire, ma immagino comunque servano prodotti, test, cibo.
Il personale data una certa dimensione del plant lo assimileresti a un fisso?

Comunque sta diventando più una discussione economica che di allevamento :)


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Beh per mettere su una serra si parla di tanti soldi in attrezzatura per cui alla fine ...

Il modello con i costi fissi è più semplice .. so che ho tot litri di acqua .. spendo tot di prodotti .. tot di corrente .. tot di personale etc


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Re: Acquacultura in Italia si può?

Messaggio da Davide_m » 22/02/2021, 22:33

Ciao, mi inserisco dopo aver aspettato i vostri commenti per valutare in quale direzione andavate.
La mia "professione" sarebbe quella di garantire redditività alle produzioni che includono animali riducendo il permanere della produzione in allevamentoe massimizzare quello inviato al mercato, e l'acquacoltura non fa eccezione, sia essa di acqua dolce o salata di pesci ossei o invertebrati...

I casi a me noti, in italia e qualcuno all'estero su riproduzione stabulare di pesci marini tropicali, non sono molto soddisfacenti, e soprattutto fanno emergere quanto non si è disposti (o solo a parole) a spendere di più per un pesce allevato rispetto ad uno di allevamento. Per questo sono state create, nel caso dei pagliacci, e fatte piacere, forme e colorazioni "nuove", innaturali e costose! (quasi 40-50 colorazioni dello stesse animale).
Quanti hanno mai chiesto un Synchiropus riprodotto, un P. fridmani, forse ora che di cattura si andrà ad attestare circa 700 €, chiederete lo Z. flavescens?!?! non credo!

Subito dopo vengono gli zoanthus, eguale discorso.

Una mitilicoltura autonoma, con deposito in mare,inizia a essere a pareggio nei 3/4 anni (visto che qui non si va a mare per la crescita, forse ci si mette di più)

Esistono però realtà (finanziate anche da EU) che stimano una produzione di 5000 talee anno... ma "non sono ancora disponibili".
Tassi di crescita, di conversione alimento/tessuto vivo, qualità dell'acqua e della tecnica, spazio ed eventuali problemi sanitari, oltre a mortalità, pests, oltre alle tempistiche della burocrazia Italiana (dovresti moltiplicare e richiedere sotto supervisione tutti i CITES figli, cmq fattibile)...
dal 01-01-2024 non seguo più le conversazioni-.


Davide.

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Re: Acquacultura in Italia si può?

Messaggio da Ftarr » 22/02/2021, 22:51

Ci sono realtà in italia?


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Re: Acquacultura in Italia si può?

Messaggio da Giglio » 22/02/2021, 23:35

Ciao Davide e grazie per la prospettiva!

Io la prima volta che sono entrato in un negozio per chiedere un preventivo per acquario marino ho chiesto subito se c’era una sorta di lista di pesci riprodotti in cattività fra cui scegliere e dissi che avrei preferito prevalentemente, ma non solamente, scegliere da tali specie e mi hanno guardato come un marziano! Diciamo che sicuramente non avevo idea della differenza di prezzo e sono fra quelli che si, non spenderebbero 500€ per un flavescens, ma un 30-50% in più per un pesce d’allevamento ben volentieri. Ma mi sembra di capire sia un target poco realistico. Poi una volta che ho iniziato a guardare quali specie potrebbero fare al caso mio, non sono stato al passo con le verifiche (e so che alcuni non si trovano d’allevamento comunque), ma prima di iniziare gli acquisti ci guarderò e laddove la differenza di costo non fosse estrema, ci proverò.

Mettendo da parte cosa farei io, mi sembra di intuire dal tuo commento che confermi che i primi anni sarebbero molto complessi e ci vuole del tempo prima di avere un output soddisfacente e che fondi EU destinati a questo genere di business potrebbero essere uno dei pochi “game changer” per partire.

Sicuramente in ottica di sostenibilità ambientale un passo nella giusta direzione.

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